Padiglione dei Sali
Montecatini Terme
Il Padiglione dei Sali fu realizzato nel 1903 per essere adibito alla vendita dei famosi sali estratti dalla sorgente Tamerici. Il progetto dell’edificio si deve all’architetto Giulio Bernardini che trasse ispirazione dalle botteghe della città termale tedesca di BadKissingen.
Sulla facciata furono posti quattro pannelli in grès realizzati dalla Manifattura Arte della Ceramica di Galileo Chini per decorare il proprio padiglione all’Esposizione Internazionale di Arte Decorativa di Torino del 1902.
Eseguiti e firmati da Domenico Trentacoste, scultore palermitano attivo a Firenze, i bassorilievi raffigurano quattro figure maschili rappresentanti l’attività del ceramista, nell’ultimo Trentacoste raffigura lo stesso Galileo in ascolto delle Muse mentre “… con ammirevole costanza, con profondo sentimento d’arte e con chiara coscienza dei doveri imposti dal passato e dall’avvenire, dirige la fiorente industria”.
Fu proprio Galileo Chini a voler presentare i bassorilievi a Torino desiderando “…esporre per la prima volta in Italia il grès come materiale atto alla decorazione murale e al vasellame d’arte come già adottato all’estero”.
Il Padiglione dei Sali, all’epoca della realizzazione, ospitava tre botteghe, una delle quali adibita appunto alla vendita dei sali e delle acque Tamerici. Una seconda era destinata allo smercio di oggettistica varia, mentre nella terza si poteva acquistare la ceramica prodotta dall’Arte della Ceramica. Dell’edificio dei Sali Galileo Chini eseguì anche le decorazioni esterne e interne. Queste ultime, purtroppo scomparse, raffiguravano creature mitologiche marine che uscivano da grandi onde, mentre all’esterno il fregio sottogronda della facciata con putti e motivi vegetali è ancora in buone condizioni.
Non si deve invece all’artista toscano la scritta pubblicitaria “I SALI PURGATIVI DELLE TAMERICI VINCONO I SALI STRANIERI” sul lato che dà sull’ingresso del Teatro Verdi.