La Casa delle Vacanze
Lido di Camaiore
Alla fine dell’’800 Lido di Camaiore si chiamava ancora Fosso dell’Abate o Fossa dell’Abate, ed era un luogo con pochissime case e spiagge deserte, dove si sentiva solo il rumore del mare e i richiami dei gabbiani. La zona della foce del fiume era selvaggia, e solo un ponticello di legno la univa alla zona di Viareggio, già allora città mondana con teatri, caffè e stabilimenti balneari. Non tutti però gradivano la folla che l’affollava nella stagione estiva, e così ai primi del ‘900 alcuni artisti in cerca di pace trovarono rifugio alla Fossa dell’Abate. Fu Plinio Nomellini, che già aveva scelto di abitare a Torre del Lago dal 1901, a “scoprire” questa zona; entusiasta della pace che vi si respirava, decise di stabilirsi qui, e volle dividere la sua scoperta con Galileo Chini, suo amico e collega (insieme avevano collaborato alla realizzazione della “Sala del Sogno” alla Biennale veneziana del 1907, dove il Re del Siam aveva ammirato le opere di Chini al punto da chiamarlo in Siam per decorare il suo nuovo Palazzo del Trono).
Così nel dicembre del 1907 Nomellini scrive a Chini proponendogli di comprare una parte di pineta: “… la pineta B la divideremo a metà… il numero di pini che avresti dalla tua parte ammonta a quasi 300. Pensa che un’occasione simile non capiterà più, quindi bisognerebbe che tu fossi subito pronto a sborsare la somma sopra indicata e saresti così divenuto un uomo proprietario di un bosco nel quale tu potresti farci casa e parco adornato di statue e di erme…”.
Galileo Chini già amava la Versilia e accettò, ma non costruì subito la sua casa. Lo avrebbe fatto solo nel 1914, dopo esser tornato dal Siam carico di onori, e la casa sarebbe divenuta per tutta la vita la sua amatissima Casa delle Vacanze. Era una casa bianca, semplice, in cui richiami alla secessione viennese si univano a echi d’oriente, con un giardino rigoglioso che avrebbe ritratto innumeri volte, e un interno arioso sulle cui pareti dipinse alberi e fondi marini, ricordi d’oriente e lanterne. Chini vi tornò ogni estate, fino alla fine dei suoi giorni, dipingendo moltissimi paesaggi dei dintorni che costituiscono un’elegia pittorica in onore del mare, delle montagne, delle pinete e della luce della Versilia.
Nel frattempo, nei dintorni sorgevano altre ville e villini, alcuni abitati da altri personaggi famosi, da Eleonora Duse a Marta Abba, da Pirandello a Rosso di San Secondo. Anche su questo litorale si costruirono stabilimenti balneari e alberghi, e lentamente anche la Fossa dell’Abate perse il suo aspetto selvaggio: la foce fu regimentata e la pineta tagliata. La modernità era arrivata anche qua, e la zona cambiò nome diventando Lido di Camaiore.